Italia ha l'inflazione più bassa in Ue
Cgia, ma il caro vita soprattutto Siena, Brindisi e Venezia
L'Italia ha l'inflazione più bassa in Ue, ma il caro vita, nell'ultimo anno, ha colpito soprattutto Siena, Brindisi e Venezia che hanno registrato un aumento dell'1,9%. Seguono Benevento (+1,8%), Napoli (+1,7%), Rimini, Parma e Trieste (+1,6%) Sono quasi tutte realtà territoriali con una grande vocazione turistica che hanno subito importanti incrementi di spesa delle attività riconducibili ai servizi ricettivi, di ristorazione e alla persona. Un deciso incremento di costo ha interessato anche i trasporti, gli affitti di case/negozi e il carrello della spesa. Lo rileva la Cgia. Negli ultimi 7 mesi l'inflazione a livello nazionale è stato al di sotto della soglia del 2% e, per la Commissione Ue, quest'anno dovrebbe attestarsi al +1,6%, contro il +5,9% del 2023 e il +8,7% del 2022. Il dato di quest' anno è nettamente inferiore alla media UE che, invece, dovrebbe attestarsi al 2,5%. Tra i 27 paesi Ue solo la Finlandia (+1,4%) è destinata a ottenere un risultato migliore. In Germania è destinata a salire del 2,4%, in Francia del 2,5% e in Spagna del 3,1%. Mai come in questo momento, visto che l'inflazione sta scendendo in tutta Europa, serve che Francoforte riduca il tasso di interesse. Sebbene la crescita dell'inflazione stia rallentando, la percezione degli italiani è che i prezzi dei beni e dei servizi stiano invece salendo. Negli ultimi 12 mesi, ad esempio, l'energia elettrica e il gas sono scesi rispettivamente del 29,2% e del 21,6%. I biglietti aerei hanno avuto un deciso calo: -11,8% gli internazionali e -6,9% i nazionali. E' invece salito il prezzo delle patate (+11,9%), dei pacchetti vacanza in Italia (+17,2%) e l'olio d'oliva (+44,3%). La recente fiammata inflazionistica è costata alle famiglie italiane + 4.039 euro. Se nel 2021 la spesa media annuale era di 21.873 euro, due anni dopo è salita a 25.913 euro. Tra il 1956 e il 1972 (gli anni del "boom economico"), l'inflazione è stata mediamente del 4%. Con lo scoppio della crisi energetica e a seguito degli effetti riconducibili all'accordo interconfederale sul punto unico di contingenza, tra il 1973 e il 1984 il caro vita medio è stato del 16%, mentre tra il 1998 e il 2002 (periodo di nascita della Bce e dell'Euro) è crollato all'1,5%. Solo tra il 2022 e il 2023 (periodo post-Covid), l'impennata dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime hanno re-infiammato l'inflazione che è tornata a salire a un tasso medio del 7%. Un valore, quest'ultimo, comunque di 11 punti inferiore alla media che avevamo nella seconda metà degli anni '70 del secolo scorso.
B.Brunner--NZN