Tabarelli, prezzo greggio calerà, già scontato dai mercati
'Lieve aumenti benzina, luce e gas. Rischi se Iran fa sul serio'
"E' da 40 anni che siamo abituati alle minacce dell'Iran e considerato che la stessa Teheran ha detto che con questo attacco la questione è conclusa, lo scenario più probabile è che domani il prezzo del petrolio scenda. I mercati internazionali infatti fino a venerdì avevano già scontato questo evento, con il ritorno del petrolio a 91 dollari al barile, ai massimi da settembre 2023". Così Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia interpellato dall'ANSA sulle possibili ripercussioni dopo l'attacco dell'Iran ad Israele. L'Iran è una minaccia da decenni e "ci si attende sempre qualche problema per lo stretto di Hormuz, dove passa il 40% dei volumi di greggio scambiati nel mondo", spiega Tabarelli, ricordando che "il prezzo si fa sugli scambi, che sono complessivamente 40 milioni di barili al giorno, su una domanda globale di 102 milioni". Con il prezzo del petrolio destinato a scendere leggermente, il prezzo della benzina "domani lo vedremo in lieve aumento alla pompa, verso 1,93 euro, dopo essere stato intorno a 1,90 in questi giorni", stima Tabarelli. Si attendono ripercussioni anche sul prezzo del gas e quindi sulle bollette energetiche: "Il prezzo del gas, che due anni fa nel pieno della crisi si avviava a raggiungere i 300 euro al MWh, due settimane fa è sceso a 25 euro/MWh e negli ultimi giorni, risentendo della crisi è salito verso i 30 euro. La previsione è ora di un leggero aumento, visto che l'Ue importa molto gas naturale liquefatto dal Medio Oriente e questo creerà qualche ripercussione sulle bollette di luce e gas, con qualche possibile piccolo aumento prossimamente, dopo mesi di normalizzazione". Il contesto potrebbe andare a condizionare anche la politica monetaria. Bce e Fed, infatti, "che non vedono l'ora di trovare scuse per ritardare l'abbassamento dei tassi, possono trovare in questa situazione un'ottima ragione per non tagliare, dicendo che l'inflazione aumenterà", aggiunge. Sullo sfondo, comunque, resta anche il rischio di uno scenario peggiore: "Se l'Iran facesse qualcosa di militarmente importante e non questa sceneggiata, il prezzo del petrolio andrebbe oltre i 250 dollari e la benzina verso i 3 euro", avverte Tabarelli. "E' un'ipotesi estrema - precisa Tabarelli - ma per quanto improbabile crea comunque brividi e paura e pertanto aiuta a tenere alti i prezzi".
N.Fischer--NZN