In Cile primo sciopero nazionale contro il governo Boric
I sindacati: 'Troppe promesse che non sono state mantenute'
Non è solo l'Argentina del presidente ultraliberista, Javier Milei, a fare i conti con scioperi generali indetti dai sindacati in America Latina: ieri anche la Centrale unitaria dei lavoratori (Cut) cilena ha organizzato la prima paralisi nazionale contro il governo del leader progressista, Gabriel Boric. Il capo della Cut, David Acuña, ha spiegato che le richieste sono "trasversali" e spaziano dal mondo studentesco a quello lavorativo. I manifestanti si sono riuniti in Plaza Los Héroes e hanno marciato verso Avenida Santa Rosa e Alameda. Lungo il percorso, i leader sindacali sono entrati senza autorizzazione nel patio del Palacio de La Moneda (la residenza ufficiale della Presidenza). "Dal governo del presidente Boric ci sono sforzi che non sono stati compiuti e promesse che non sono state mantenute. Ecco perché siamo qui a manifestare, nel centro del potere", ha detto Acuña. La mobilitazione ha contato sul sostegno di varie organizzazioni, tra cui Ancosalud-Cile, Collegio dei docenti, Federazione aeroportuale, Tavolo intersindacale dei trasporti pubblici, Confech, il Coordinamento metropolitano dei residenti, Cupemchi e Convergenza nazionale dei sindacati.
M.J.Baumann--NZN