Parigi: incinta di 7 mesi, Grinham bronzo nell'arco
'L'abbiamo preso in 2, conquista più bella sarà bebè in braccio'
Ha gareggiato con il 'rischio' di partorire durante la prova, ma alla fine ha messo al collo una medaglia di bronzo "che abbiamo vinto in due". Alle Paralimpiadi di Parigi è il giorno dell'arciera britannica Jodie Grinham che al termine di una giornata molto intensa ha battuto per 142-141 la connazionale Phoebe Paterson Pine nella finale per il terzo e quarto posto del Compound Open donne. Lo ha fatto pur potendo dare alla luce da un momento all'altro il bambino che aspetta, essendo incinta di 28 settimane e avendo già avuto, due anni fa, un figlio con parto prematuro di 7 mesi. Il risultato che ha ottenuto la rende felice ed è in linea con le sue ambizioni, visto che Jodie prima di Parigi era al n. 4 del ranking internazionale della sua gara. Ora però, mentre sale sul podio paralimpico, deve fare i conti con quel bimbo che, come le hanno confermato i medici, potrebbe nascere anche nelle prossime 24 ore. Ma va bene così, perché è questo il 'risultato' che più le interessa. Per questo Jodie e chi la segue in questi giorni a Parigi sono costantemente in contatto con un paio di cliniche parigine per l'eventuale ricovero in caso di rottura delle acque, intanto l'arciera britannica non ha certo trascurato le proprie vicende agonistiche. "Uno dei miei obiettivi è sempre stato - ha spiegato Grinham, atleta paralimpica per via di una malformazione congenita che nel suo caso è l'eccessiva brevità di tutte le dita della mano sinistra - quella di conciliare il ruolo di madre con quello di atleta. Avere una famiglia non è così facile come pensa tanta gente, io in passato ho avuto tre aborti spontanei, e la cosa peggiore che potessi immaginare era di competere qui nei primi tre mesi di gravidanza. La paura di una nuovo aborto spontaneo mi avrebbe sicuramente condizionata. Invece ora che sono in stato interessante di 7 mesi l'unica cosa che può accadermi è di partorire qui. Certo avrei preferito rimanere incinta in un altro periodo, ma non è stato possibile separare la gravidanza dalle Paralimpiadi, e mi è andata bene. Così ora a prendere questa medaglia siamo stati in due. Sono super felice". Tra gli adattamenti realizzati da Jodie per le Paralimpiadi, uno è stato quello relativo all'attrezzatura che utilizza per il tiro con l'arco. La britannica ha infatti cambiato la cintura utilizzata per riporre le frecce. Precedentemente posizionata all'altezza della pancia, è stata allargata e ora viene allacciata più in basso. Jodie è stata poi sempre monitorata durante l'allenamento e in gara, tramite un dispositivo che misura il suo battito cardiaco ed evita che mamma e bambino si stressino troppo durante le attività. Ma è stato necessario anche cambiare la routine: nel corso della sua carriera da atleta, Jodie si è abituata a trascorrere fino a 12 ore in piedi al giorno, a causa degli allenamenti e delle gare. Tale sforzo, tuttavia, diventa più difficile con la gravidanza. "Ho dovuto ridurre molto certi sforzi. Se voglio fare le 12 ore come in preparazione a Rio 2016 (dove fu argento nel Mixed Team ndr) e per i Mondiali, poi devo ho bisogno di un pisolino di due ore - le parole di Grinham . Tutto ciò si è conciliato bene con il calendario di Parigi, che ha previsto una sessione intermedia, una dopo pranzo e una al tramonto. Il mio corpo era preparato". "Ma la cosa più importante sarebbe tornare a casa con un bebè in braccio - conclude - perché questa è la conquista più bella della vita, più di una medaglia".
A.Wyss--NZN