Al Museo del Cinema Greenaway, ossessionato dalla Mole
A Torino una live performance, due libri a lui dedicati
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra il genio creativo dell'artista britannico Peter Greenaway, considerato uno dei più importati registi sperimentali viventi al mondo. Autore di film quali I misteri del giardino di Compton House (1982), Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (1989), L'ultima tempesta (1991) e la trilogia Le valigie di Tulse Luper (2003), Greenaway trasporta l'arte pittorica nei suoi lavori. "Sono passati quasi trent'anni - sottolinea Enzo Ghigo presidente del Museo Nazionale del Cinema - da quando Peter Greenaway è entrato per la prima volta nella Mole Antonelliana. Il ricordo della Mole è rimasto vivido nella mente e nel cuore di Greenaway, al punto da diventare quasi un'ossessione. Tanto da raccontarla e disegnarla: con una penna o una matita e quello che aveva sottomano, siano scontrini, buste, ritagli di libri o giornali, filtri di caffè, il grande regista britannico ha plasmato cento variazioni del capolavoro di Antonelli". L'ampio omaggio del Museo Nazionale del Cinema a Greenaway prevede martedì 24 settembre alle 18:30 la consegna del premio Stella della Mole, il riconoscimento assegnato a figure di spicco del cinema internazionale. A seguire Peter e Pip Greenaway saranno i protagonisti di una live performance che include il reading di una selezione di 30 racconti brevi scritti da Greenaway e mai pubblicati, raccolti nel libro He Read Deep Into The Night. Di lunghezza variabile tra le 2 e le 20 righe. Sarà poi introdotta la proiezione del cortometraggio The Missing Nail, un progetto dedicato a L'ultima cena di Leonardo. Lunedì 23 settembre alle 20:30 al cinema Massimo, verrà presentato in anteprima mondiale il volume 100 Disegni della Mole a cura di Domenico De Gaetano. "L'ha disegnata un centinaio di volte, l'ha filmata, l'ha raccontata e ne ha persino reinventato l'illuminazione: è una storia lunga 30 anni quella che lega Peter Greenaway alla Mole Antonelliana, iniziata prima ancora che il monumento simbolo di Torino diventasse la sede del Museo Nazionale del Cinema. E che ancora continua" sottolinea De Gaetano.
G.Kuhn--NZN